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La vita dei Canarini

Un canarino tenuto in buone condizioni può vivere fino a 12 anni. Affinché ciò avvenga è necessario osservare alcune semplici ma fondamentali regole che riguardano l'alimentazione, l'ambiente e l'igiene. Per ciò che riguarda l'alimentazione bisogna premettere che il canarino è un granivoro, cioè un animale che si nutre essenzialmente di semi. In natura il canarino selvatico preferisce cibarsi di semi immaturi di piante erbacee, particolarmente di quelle selvatiche, tra cui le più comuni sono:
- il CENTOCCHIO (stellaria media); - il TARASACCO (taraxacum officinale); - la FARFARA (tussilago farfara); - la CICORIA SELVATICA (cichorium intybus); - il SENECIO (senecio vulgaris); - la BORSA DEL PASTORE (capsella bursa pastoris); - il CARDO SELVATICO (dipsacus silvester).

Tuttavia, specie per chi abita in città, diviene difficile reperire giornalmente questi semi che devono sempre essere somministrati freschi e non devono essere inquinati. In commercio esistono numerose miscele di semi secchi, che non hanno lo stesso tenore vitaminico e proteico dei semi immaturi, ma se sono in buono stato di conservazione costituiscono un valido surrogato di questi ultimi. I semi secchi utilizzati dalle ditte di mangimi per le miscela da destinarsi agli uccelli granivori si dividono in bianchi e neri. I primi appartengono alla famiglia delle graminacee e sono principalmente:
- la scagliola è tra i semi bianchi il seme con il maggior valore proteico, il più facilmente digeribile ed il più appetito. Ogni miscela dovrebbe contenere in quantità non inferiore all'80%;
- il panico è un seme molto apprezzato dai canarini, specie se somministrato in spighe; - il miglio bianco ed il miglio giallo sono ottimi semi che però trovano scarso impiego in canaricoltura;
- l'avena decorticata non è propriamente un seme bianco;
la sua somministrazione deve avvenire in modica quantità poiché un abuso nel consumo di questo seme può causare complicazioni intestinali. È ricco di vitamina B1.
I secondi sono semi oleosi, molto appetiti dai canarini che li mangiano per primi quando viene loro somministrata la miscela. I più comuni sono:

  • il niger, presente in quasi tutte le miscele, ricco di proteine e vitamina E;

  • la canapa;

  • il ravizzone;

  • il papavero;

  • la perilla;

  • il lino.

Tutti i semi oleosi, oltre a contenere molte proteine, contengono altresì un'altra percentuale di grassi e, pertanto, un loro abuso però causare seri problemi al sistema digerente dei nostri canarini. Si consiglia:
- di acquistare sempre semi freschi, non scaduti, possibilmente confezionati sottovuoto. I semi vecchi non hanno alcun valore proteico e vitaminico e, specie se irranciditi, provocano seri problemi all'apparato digerente dei piccoli volatili;
- non acquistare mai graniglie sfuse, delle quali non si conosce la scadenza né la provenienza (rabbocchi di semi scaduti ed invenduti);
- quando si somministrano i semi, prima di rabboccare l'apposita mangiatoia, attendere che il canarino abbia mangiato anche gran parte dei semi bianchi altrimenti il furbetto continuerà a cibarsi esclusivamente dei semi oleosi che sono più appetiti.
Per integrare la dieta, ai semi secchi possono essere aggiunti dei frutti quali:

  • la mela;

  • la pera;

  •  i fichi;

  • l'albicocca;

  • le arance.

Ciò deve avvenire con cadenza bisettimanale ed a condizione che i resti della frutta mangiata vengano allontanati dalla gabbia alcune ore dopo la sua somministrazione, perché su di essa si potrebbero formare pericolose muffe. Non sarebbe consigliabile l'impiego di verdure (si è detto in precedenza che il canarino è un granivoro), ma se proprio se ne ha voglia è bene somministrare, saltuariamente, della verdura ben lavorata e ben asciugata con carta assorbente.
Tra le verdure la più indicata è la cicoria. L'osso di seppia, che deve essere sempre sterilizzato prima di essere attaccato all'interno della gabbia, è utile per la pulizia del becco e fornisce al canarino carbonato di calcio, necessario in particolare alle femmine che devono deporre le uova. Importanti sono anche il carbone vegetale ed il great. Il primo è un buon disinfettante intestinale, ma assorbe anche le vitamine e, pertanto, va somministrato con moderazione. Il great è un composto di sabbia di mare e conchiglie triturate che oltre a fornire carbonato di calcio aiutano il canarino nella digestione (il canarino non hai denti e tritura i semi che ingerisce nel proprio stomaco composto di potenti muscoli). A completare il tutto vi è l'acqua che deve essere somministrata fresca ogni giorno.
Per AMBIENTE s'intende il luogo in cui il canarino soggiorna abitualmente. In tale contesto la temperatura non deve essere né molto elevata né molto bassa. Si tenga presente che se il canarino è in buone condizioni di salute sopporta molto bene le temperature basse, anche se queste sono prossime a zero gradi. Di contro non sopporta le alte temperature, specie se accompagnate da un alto tasso di umidità. Possiamo dire che l'ottimo sarebbe una temperatura compresa tra i 12 ed i 20 gradi, evitando in maniera assoluta di sottoporre il canarino ad improvvisi sbalzi termici o di esporre lo stesso a dannose correnti d'aria. Altro elemento ambientale da tenere in considerazione è l'umidità che se presente in percentuale eccessiva, unita ad una temperatura troppo elevata o troppo bassa, può arrecare danni all'apparato respiratorio. Un'umidità ottimale sarebbe compresa tra i 50 ed i 70 di percentuale. Un'umidità superiore è invece necessaria durante il periodo delle cove, specie in prossimità della schiusa delle stesse. In relazione a quanto detto sopra sarebbe da evitare la collocazione di canarini in cucina, luogo in cui i vapori provenienti dai fornelli producono enormi quantità di umidità. 
Ogni gabbia (o voliera) deve contenere un numero di soggetti adeguato alla grandezza della stessa gabbia. Un numero elevato di soggetti può essere causa di stress da affollamento e di insorgere di malattie: continui litigi tra gli occupanti delle gabbie, con conseguente diminuzione delle difese immunitarie; scarsa igiene dovuta al numero di deiezioni che imbrattano e sporcano la gabbia eccessivamente affollata. Infine l'IGIENE, altro fattore fondamentale che permette di porre in essere una buona profilassi ornitologica. Le pulizie devono essere fatte spesso, in funzione della grandezza della gabbia e del numero degli occupanti della stessa. Sul fondo della gabbia sarebbe bene porre della carta assorbente. Gli accessori (beverini, mangiatoie, posatoi, etc.) ed il fondo gabbia andrebbero disinfettati con sali quaternari d'ammonio (tipo lisoform) almeno una volta alla settimana, avendo cura di sciacquare bene gli accessori dopo la loro pulizia. È utile far fare il bagno periodicamente ai vostri canarini, facendo attenzione a non esporre la gabbia a correnti d'aria e favorendo questa pratica nelle ore della mattina onde evitare che il canarino vada a dormire ancora con le penne umide e possa raffreddasi. A bagno avvenuto è bene allontanare lo stesso dalla gabbia per evitare che il canarino beva l'acqua sporca in esso contenuta.
Questo capitolo si conclude con qualche accenno alla riproduzione. Quando il canarino ha raggiunto circa i nove mesi di vita è generalmente, in grado di riprodursi. Per potersi riprodurre, però, è necessario che la natura gli dia una serie di "segnali" che agendo su alcuni ormoni, provochino la maturazione delle gonadi (gli organi sessuali maschili e femminili). I segnali di cui parliamo sono: - il prolungamento, nel corso della giornata, delle ore di luce; - l'aumento dell'intensità della luce; - l'aumento della temperatura; - una maggiore disponibilità di cibo.
Quest'ultimo elemento in cattività non dovrebbe mancare, mentre gli altri elementi coincidono con l'arrivo della bella stagione (da marzo a luglio).
È proprio in questo periodo che la femmina comincia a costruire il nido e, dopo essersi accoppiata ripetutamente col suo compagno, vi depone, in media dalle 4 alle 5 uova. La deposizione avviene ogni mattina, un solo uovo al giorno.
Le uova vengono covate per 13 giorni, dopo si schiudono dando alla luce dei pulli privi di piume, ricoperti da un soffice piumino sulla testa e completamente ciechi. A 18 giorni circa i piccoli lasciano il nido ed a 30 giorni circa diventano autonomi.

Sito web consigliato dallo staff: www.ornits.org

 

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