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Colorazione dei Canarini

Anche per la colorazione si debbono usare alcuni criteri elementari di conduzione. L'ambiente deve essere in penombra in quanto questa situazione sia che i canarini siano alloggiati in voliera o in ampi gabbioni favorisce la velocità della muta, dà più calma ai soggetti e migliora la colorazione. Infatti i coloranti sintetici che vengono usati soprattutto per i canarini a fondo rosso perdono di efficacia con la luce e quindi è buona regola evitare soprattutto la luce diretta del sole, utilizzando ambienti con le finestre mascherate e utilizzando aspiratori d'aria per garantire un corretto ricambio e una giusta ossigenazione.
E' d'obbligo curare molto l'igiene, eliminare le piume che cadono per evitare la riproduzione dei parassiti, disinfettare l'ambiente e non sollevare la polvere.
Il colorante: beh, ce ne sono di diversi tipi ed ogni allevatore ha una sua personale conduzione, quindi non mi esprimerò su quale tipo utilizzare. Ricordo di non eccedere nelle dosi, mediamente ne bastano 5-7 gr. per kg. di pastone. E' sintomatico che la dose è eccessiva quando i soggetti vanno in rosso. E' tutta roba sprecata, ma soprattutto si va a sovraccaricare inutilmente il fegato con qualche problema in ordine alla salute. E' invece importante ricordare che i canarini sono dei granivori e quindi è doveroso fornire anche semi durante la muta, aiuta la digestione e di conseguenza favorisce l'assimilazione del colorante.
Due sono i modi di procedere: fornire nel pomeriggio la giusta razione di semi in contemporanea al pastone costantemente a disposizione, oppure mescolare con il pastone colorato un 15-20% di semi (lino e avena decorticata) da fornire continuativamente durante tutto il periodo della muta. In questo periodo sono necessari soprattutto proteine con aminoacidi solforati, cioè metiodina, cistina, colina, lisina. Caseina, uova, latte, germe di grano, semi di soia contengono questi aminoacidi.
Comunque il commercio offre tutti gli integratori necessari.
Come alloggio utilizzato, la voliera favorisce una muta più veloce e uno sviluppo corporeo più consistente, dovuto al movimento che i soggetti possono fare. Il gabbione dà più tranquillità ai soggetti e consente di vederli e controllarli meglio. Anche qui è una questione personale: ad ognuno il suo. Ricordarsi di maneggiare con cura i soggetti mutati perché se perdono piume colorate, quelle rimesse non saranno più intense come in origine ma leggermente brinate, a scapito quindi della qualità.
La pica, il cannibalismo, che normalmente si manifestano in questo delicato momento si possono combattere fornendo integratori minerali in quanto sovente siamo in carenza di sodio. Ma anche una forte penombra invita alla calma. E poi si possono appendere dei mazzetti sfilacciati che consentono ai più nervosi di sfogarsi. Ognuno in base al proprio ambiente e alla propria esperienza troverà il giusto equilibrio anche per queste naturali manifestazioni di esuberanza giovanile.
E' proprio in questo contesto che i soggetti si possono procurare delle fratture. Abitualmente sono a carico degli arti inferiori e delle ali. I risultati delle steccature o fasciature non sempre sono positivi in quanto dipende dal tipo di frattura e da come è possibile comporla e riaggiustarla prima di "ingessarla". La frattura dell'ala normalmente interessa l'omero che è l'osso che parte dalla spalla (innesto dell'articolazione con la clavicola e la scapola).
Cercare di risistemare la parte rotta, poi per bloccare l'articolazione usare carta gommata. Bloccare le due estremità delle ali e quindi all'altezza della spallina eseguire una fasciatura vera e propria con la carta gommata che deve girare attorno a tutto il corpo dell'uccello. Con tale sistema l'articolazione è bloccata e non si ha pericolo che l'uccello si sleghi o la fasciatura si allenti. Mettere quindi l'uccello in gabbia con posatoi e mangiatoie quasi a livello del cassetto. Togliere la fasciatura dopo 20 giorni. Se la frattura è stata ricomposta bene, in 2-3 settimane l'uccello riprende a volare normalmente.
La frattura alla gamba può essere più difficile comporla correttamente in quanto da come si presenta, come i due tronconi sono ancora attaccati. Comunque si prende un tubicino di plastica del diametro di 2-3 mm. lo si apre in senso longitudinale per una lunghezza di 10-12 mm. Così preparato il tubicino è pronto per ricevere l'arto rotto in corrispondenza della frattura, quindi legare. Con questo sistema l'arto risulterà fermo senza che la circolazione sanguigna sia bloccata. Togliere la fasciatura dopo i soliti 20 giorni.
Un fastidioso inconveniente è anche quello del dito retroverso. Sovente è a carico della zampa dell'anellino, segno di trauma all'atto dell'anellamento. Ma può anche essere dovuto a carenza alimentari e vitaminiche, soprattutto del gruppo B. Si manifesta già da nido appena dopo messo l'anello, ma lo si vede solo più tardi. Legare con nastro adesivo il dito in questione alla zampa portandolo così in posizione normale. Controllare sovente in quanto la fasciatura si potrebbe sciogliere. Tenere la fasciatura sino a muta ultimata fornendo al soggetto vitamine specialmente del gruppo B.

Sito web consigliato dallo staff: www.ilmosaicista.it
testo a cura del Sig. Boggio Silvano

 

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